mercoledì 26 dicembre 2012

Deriva

Vade retro, homo!
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Non oso immaginare quali sarebbero le conclusioni da trarre se fosse vero che nulla di ciò che accade accade contro il volere dell'onnipotente Iddio.
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Suvvìa, diamo un taglio netto ad arzigògoli, ribòboli ed onanismi filosòfici. Risaliamo ai Presocràtici.
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Intuisco che tutto, in un modo o nell'altro, torna ùtile a questo mondo, ma non intuisco l'utilità del mondo.
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Ciò che è contenuto in una discàrica sono gigli al confronto di ciò che gorgoglia nei penetrali dell'uomo.
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La Ragione si disfrena sotto la sferza dell'Istinto e spira delusa fra le braccia della Filosofìa.
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I moralisti si fìngono scalatori del Bene ma in realtà sono speleòlogi della Voluttà.
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Pars destruens. Ho insegnato Estetica per segnalarne l'assurdità della sostanza.
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Fra i miei cimenti falliti: non aver mai capito chi o che cosa mi abbia conformato non al sogno ma al disinganno.
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Non cesso dal contraddirmi: sono affatto coerente.
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Non è improbàbile che il sapere, sia pur fugace ed illusorio, tu lo ottenga non dall'apprèndere ma dall'indovinare.
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Da dilettante rècito il ridìcolo personaggio del vivente di fronte ad un parterre di repugnanti fantasmi.
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Da quando l'uomo ha imparato a dire "Amen" ha affidato la sua volontà alla spossata volontà della rinunzia.
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Natale. Trascòrrano quanto più ràpidi sia possìbile i giorni ineducati del Natale, e tòrnino al più presto quelli usuali della misericorde monotonìa.
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Chi procrea è schiavo della Natura. Chi non procrea le è debitore.
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Intuii la prima volta l'immedicàbile alienazione della Filosofia allorché incappai in un grosso tomo sulla distinzione fra ànima e spìrito.
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Se la Sorte avesse una natura meno pitocca e più immaginìfica ci avrebbe fatto dono di un bene più prezioso e quotato dell'esistenza.
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A lèggere i grandi storici ci accorgiamo che ùsano il passato per scrìvere la storia del futuro.
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Les animeaux observent les hommes avec une tendresse paternelle.
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Anziché illùdersi lungo i sècoli di migliorare se stesso, visti gli èsiti scandalosi l'uomo avrebbe fatto meglio ad invertire la rotta e tèndere ad imbestiarsi.
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Parfum pour homme: "Désenchantement N. 1000"
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Quando mi desto la mattina dimèntico che quanto la mia volontà ha in progetto di fare nel corso della giornata, l'esperienza l'aveva già disfatto mille e mille volte.
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L'autoambulanza lampeggiava e ululava nella corsa folle verso l'Ospedale. S'arrestò al Pronto Soccorso. I portantini rapidamente accorsi ne trassero un paziente rimasto paralizzato dalla sua coerenza.
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Natale. Mi regalo. E se non mi piacessi andrò a cambiarmi.
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Dio - come dìcono nei Commissariati di PS - è una nostra vecchia conoscenza.
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Ammetto che uno tra i miei lìmiti più gravi è dato dalla mancanza di talento nell'arte della rinunzia.
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Gli assassini, per quanto feroci, fanno meno vittime dell'esistenza.
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L'Europa è in agonìa. L'attende l'Inferno.
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La vecchiaia commuove l'uomo ed ìrrita la Natura.
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Si fa tanto per maturare senza considerare che sùbito appresso si marcisce -  Ho sempre voluto èssere acerbo.
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Per sòlito dove vedo molta folla scorgo pochi uòmini. (Per tale ragione tendo talvolta ad essere un conservatore).
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Le cosiddette "belle persone": un gènere equìvoco e impudico.
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Osservava Diogene di Sinope: "Perché inginocchiarti a pregare Iddio che potrebbe stare alle tue spalle?"
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Franz Schubert: la vada a raccontare ad un altro!
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Nella società di oggi anche il silenzio subisce la crisi: è degenerato in pausa.
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C'è chi si adatta alla nauseabonda reiterazione del vìvere quotidiano e chi si sfoga lacrimando sul sepolcreto degli ideali perenti.
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Avevo chiesto su Fb l'amicizia a me stesso. Mi sono risposto di no.
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Nel titànico ed ammirevole tentativo di ascèndere alla perfezione e di lambire Iddio sono scioccamente precipitato nell'abisso della disperazione.
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Quando non mi martella, il pessimismo mi vitalizza.
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Nòvero tra i miei pregi non credere in niente: neppure, e soprattutto, quanto vado scribacchiando.
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L'intelligenza è la consapevolezza di non poter capire.
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Qualsìasi libro leggo è di me che leggo.
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La mattina dei dì di festa mi sbarbo col rasoio di Occam
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Dubitare? Ottimo. Ma per tagliare la testa al toro astenersi, anche dal dubbio.
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Si può èssere sinceri, ma mai veritieri.
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Come libri in una caòtica librerìa ho riposto le cose nel mio cuore.
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Mi ha confortato uno spiritualista estremista: "Gioisci amico mio, ché la fine del mondo è la morte del Divenire e la nàscita dell'Essere".
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La fine del mondo? La vendetta e insieme il riscatto dell'uomo dal vìscido raggiro esistenziale cui la Natura l'ha asservito.
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L'insieme delle persone che ami costituisce in apparenza un'unità indissolùbile.
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Si scagliò contro la vita gridàndole: "La donna che mi ha sempre spudoratamente tradito è stata più onesta di te!".
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"Domani è un altro giorno". L'errore più ingenuo che commette il pensiero.
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Sarè vero che tutti i nodi vengono al pettine? In ogni caso io ho tolto tutti i denti al mio.
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Sono omofòbico? Nient'affatto. Sono homofòbico tout-court.
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Giunge inavvertita l'età, variàbile in ciascuno di noi, in cui t'accorgi che il polo cui tendi non è più la vita ma il suo epìlogo.
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C'è da scommèttere che nulla ti renda inscalfìbile quanto una stupidità accortamente vissuta.
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Più che l'allegrìa dell'avventatezza è lo scrignuto eccesso di prudenza che ti induce alle scelte fallimentari.
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La mia testa è come quelle bottiglie truccate che per quanto le riempi restano sempre vuote.
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Per vedere Dio molti s'inginòcchiano. Io mi sono messo in punta di piedi.
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Non conosco nulla di più crudele della verità, non perché sia tale ma perché ne è l'intolleràbile illusione.
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Quali pietosi Stati europei torneranno dopo sècoli ad occupare e governare questa corrotta Italia, impotente a gestirsi?
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L'uomo è la distanza che intercorre tra l'anèlito del pensiero e la sua impotenza.
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AAA Patria cerco.
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Se le cose della realtà esterna a noi le trasferiamo in noi stessi divèntano sùbito friàbili come arenaria.

Annoiata dal proprio insostenìbile grigiore, la società è alla ricerca di sensazioni forti. S'interessa all'assassino, non al virtuoso.
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Ma vie est une anacolhute.
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Perdono a me stesso tutti i peccati eccetto quello della frivolezza. Alla quale peraltro non saprei rinunziare, acquiescente e evanescente com'è.
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I sogni ti raggìrano sempre, gli ìncubi, se di qualità, mai.
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Sia insegnata nelle scuole l'ignoranza, che nell'isolarti dal mondo ti dimezza il dolòre. L'altra metà ti pertiene.
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Rassegnarsi alla sconfitta è naturale; diffìcile è amarla come il male minore rispetto alla melanconìa della vittoria.
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Amerei di più la mùsica se contasse fra le sue ineffàbili virtù il pudore.
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Abbi pietà per coloro che s'immèrgono entusiasti nella vita ubriacàndosene. Agìscono così per sfuggirne l'ìncubo.
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Non sono disposto a cèdere a nessun credo religioso le appartate vertìgini che ànimano i miei stanchi dubbi.
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Dilettantismo e genialità sono fratelli, partoriti dall'ansia.
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Vi scongiuro, non impedìtemi di peccare. Ho una voglia irrefrenàbile di redìmermi.
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L'orgoglio è la consolazione dei falliti.
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Ogni uomo, per il sèmplice fatto d'esser vissuto, mèrita d'essere fatto santo.
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Togliètemi tutto ma non il peccato originale.
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Ciò che non perdonerò mai all'Uno-Tutto è la perfida assenza d'alternativa.
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Mi sento affine più a coloro che si dimènano negli abissi che agli appollaiati sulle vette.
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Ingiuria e rinnega la parte di te che subdolamente ti rincuora per apparecchiarti l'ennèsimo disinganno.
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La Storia non procede né arretra. Si rispecchia.
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Mi sbalordisce chi non cessa d'èsser innamorato della vita nonostante la sdegnosa noncuranza che questa non cessa d'appalesargli.
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O freno o frano.
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Ogni volta che mi pàrlano di "buoni sentimenti" chiamo in soccorso Belzebù.
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Non esiste la felicità, ma ne esiste il rimpianto.
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Tutta la storia d'Italia è la storia di una vocazione all'accomodamento.
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Sono persuaso che potrei vìvere molto meglio se trovassi il modo di lasciarmi alle spalle.
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Ognuno può affermare o negare ciò che vuole intorno a ciò che vuole. Le parole non s'attàgliano a nulla se non a se stesse. E' la loro un'essenza squisitamente masturbatoria.
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Accetto volentieri i consigli, purché mi giùngano a coppie e si contraddìcano l'uno coll'altro.
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Come libri in una grande e disordinata librerìa chissà mai dove ho messo le cose nel mio cuore.
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Che bisogno c'è di miliardi di uòmini su questo stùpido pianeta? Perché ci sia la vita umana ne basta uno, e avanza.
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Non crèdere in nulla ti rende più coerente con te stesso e più tollerante con gli altri.
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L'uomo è la distanza che intercorre fra gli aneliti del pensiero e l'impotenza di questo.
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Le mie ambizioni di un tempo mi hanno lasciato in eredità la rinunzia.
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Limitiàmoci a dialogare, se ci assale la solitùdine. Ma evitiamo di pensare, che della solitùdine è il più funesto alimento.
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Accetterà Dio di giocare con noi?
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Se risponde al vero che tutto ciò che si può dire è già stato detto, è pur vero che ogni silenzio è già stato posto in èssere.
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Vorrei gli effetti emancipati dalle cause.
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Sono incline a ritenere che la vita sarebbe ben altra cosa se a dàrcela fosse, anziché l'uggiosa Natura, l'Azzardo.
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Crèditi pur qualcuno. Perché, fino a prova contraria, almeno quello lo sei.
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Rifiuto le certezze perché le rèputo passi falsi compiuti dal mio pensiero ai danni della mia libertà.
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Non sarebbe a crèdere cosa affatto bizzarra se a convìncermi che Dio non esiste fosse stato, ove esistesse, Dio stesso?
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A ben rifletterci, m'avvedo che più della filosofìa, dell'arte, della scienza, la bugìa s'avvicina alla realtà.
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Finché avrò gambe salterò di palo in frasca. Poi mestamente sistemato su una poltrona ripiegherò sulla consequenzialità.
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Mi piace chi mi parla in modo difficile perché non lo capisco.
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Accetto d'annoiarmi ma non tollero di venirmi a noia.
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Comunicazione di servizio. Comùnico a tutti che mi sono scomunicato.
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Il lattante si nutre di latte. L'infelice d'intelligenza.
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Saggezza è èssere d'accordo con chi dice il contrario di ciò che dici tu, senza che per questo tu discreda a ciò che hai detto.
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Non trovando concetti nuovi compio supplichèvoli svolazzi sui già noti.
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Anteponi la delusione al progetto se vuoi attutire la caduta.
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 Il collezionista è colui che ha paura dei vuoti d'aria.
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"Conosci te stesso". Sono mica un masochista.
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Nei tempi dell'età virile m'assentavo con fecondo rimorso dal lavoro. Ora, nell'età bigia, m'assento con tenue spaesamento da me stesso.
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O dài tu il contributo quotidiano alla màcchina dell'universo o questo ti fa il prelievo forzoso.
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Come la scimmietta salta zuzzurellonescamente di liana in liana, la mia mente salta per giuoco di credo in credo.
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Il trillo è un abbellimento musicale che vola d'un tratto alla follìa.
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Quando l'uomo ha imparato a dire "amen" ha affidato la sua volontà alla spossata voluttà della rinuncia.
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Prima mi sono accorto con mestizia che la verità è inconoscìbile. Poi mi sono accorto con sollievo che posso farne a meno.
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Odio la semplicità. La sua spudorata illusorietà mi pròvoca uno stato di diffidenza e confusione.
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Troppe volte i "valori" che l'uomo fòrmula ed impone si rivèlano trasgressioni alla Natura.
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E' la sensazione d'aver raggiunto uno slargo dopo esser uscito da un vìcolo cieco, quella che ti offre un vìvere spoglio sia di certezze sia di dubbi.
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Come  possiamo comunicare tra noi se in ognuno di noi i concetti non sono pietre ma onde?
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Dilettante, rècito il ridèvole personaggio dell'èssere vivente di fronte ad un parterre di fantasmi.
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Se non vuoi morire di rimorso bada a non colpire l'altra guancia di quell'èssere pèrfido che te la offre.
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I significati che attribuiamo alle cose sono frutto di nostre elaborazioni che non hanno alcun fondamento oggettivo.
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Al nihilista non rimane che il gossip.
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Le persone discrete - che mèritano eterna memoria - sono quelle la cui vita non lascia testimonianza di sé.
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E' cosa naturale ma sorprende ugualmente: i frutti càdono per terra.
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A volte mi deprimo per il mio radicale disimpegno intellettuale rispetto ai fervori altrui, ma più spesso mi esalto per lo scampato perìcolo.
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L'apparente scelta dell'Uomo s'infrange contro il fossilizzato ghigno del Destino.
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L'Uomo ha inventato il Tempo. E il Tempo si è vendicato sfuggèndogli.
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Se Dio non esiste l'uomo è il fallito tentativo d'èssere Dio. Ma se Dio esiste l'uomo è inùtile.
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Sperare è un lusso da perdigiorno.
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Coloro che aspìrano a tutti i costi alla semplicità trovano l'ovvietà.
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Il perdono è un accanimento disumano.
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All'alba le idee sono massa informe, la sera polverìo.
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Non appena scorgo qualcheduno intento a lavorare mi stanco. Eppure adoro i dinamici e il sacrìlego patto che hanno stretto col Dimonio.
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Il gesto di bontà è superbia.
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La vecchiaia, intolleràbile ingiuria all'illusione.
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Sono grato a chi mi parla in maniera diffìcile perché non lo capisco.
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Che fare stante che nasciamo per disfarci?
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Dubitare? Ottimo. Ma per tagliar la testa al toro astenersi, anche dal dubbio.
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E' caratterìstica di ogni credo creare al credente contraddizioni.
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La cassaforte devi tu aprirla e mètterci dentro le cose. Nel libro ce le trovi già dentro. E' il motivo per cui compro i libri e non li apro.
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Non confòndere la speranza con la dabbenàggine. Che più s'accorda con l'esangue dignità dell'uomo.
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Crèdere in Dio è rischioso. Ma crèdere nell'Uomo è pura follìa.
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Vuoi vìvere tranquillo? Fatti cosa.
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"La vita è bella". Lo potrebbe affermare soltanto chi fosse scampato alla nàscita.
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Tutto ciò che accade, senza eccezione, mi dà l'opprimente sensazione che il mondo sia bacato da un'immane Inezia.
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Non è cimento fàcile trovare un equilibrio, la giusta misura, crogiolàndoti nella melanconìa.
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Càpita di rado di amare una persona per tutta la vita poiché, prima o dopo, avverti il bisogno di tornare ad amare te stesso più degli altri.
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Riconosco nell'altro il mio fratello. A patto d'èssere io Caino.
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La notte, quando mi còrico, dedico qualche minuto a pregarmi.
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Al risveglio non v'ha croissant e Petite Madeleine che valga le sottili delizie della testa vuota.
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"La Giornata della Memoria" mi ha ricordato di quale pasta sia fatto l'uomo.
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Il concetto di "peccato originale" s'accanisce intollerabilmente contro la connaturata pochezza e miseria dell'uomo.
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Un incommensuràbile dèdalo di viòttoli dìcesi ànima.
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Per tutta la tua esistenza sei andato all'affannosa ricerca della felicità, e in suo luogo hai trovato, al compimento della ricerca, la morte. Stolto!
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E se collocàssimo Pascal fra i grandi lìrici? Mi piacerebbe èssere cattòlico per aver tempo d'aderire alla sua òpera con maggior trasporto.
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Lèggere Metastasio m'irrora il carattere di morbidezza, senza dire che mi purga e alleggerisce la scrittura.
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Brancoliamo nel buio, e la Ragione balbetta. Ci salva delle volte l'Istinto, ma non ne ringraziamo la Natura giacché essa fa il suo implacàbile interesse.
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Ieri si è dimesso il Papa. Domani Dio?
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Se l'uomo fosse governato dalla ragione non si porrebbe le domande che non hanno risposta. Se l'uomo fosse ragione non sarebbe filòsofo.
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Chi usa la parola "realtà" non sa che dice.
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Da sempre m'ingènera un sentimento di lacerante "pietas" la coscienza dell'interminata mediocrità umana entro il solenne fulgore del cosmo.
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L'ignoranza è il più efficace antìdoto alla disperazione.
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Sento la mia mente come una battigia d'autunno.
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Mi càpita d'èssere costretto ad ascoltare certe persone e contemporaneamente giustificare l'omicidio.
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Qualcuno mi dice che per vìvere  bisogna pur crèdere in qualche cosa. Io invece sono dell'idea che per non soccòmbere bisogna dubitare di qualsìasi cosa. Meglio saltare a pie' pari l'illusione e fare i conti con gli effetti del disinganno. Considerato che ci è stato dato in sorte d'èssere impotenti, siàmolo almeno con un mìnimo di dignità.
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Come una stella dimostrerà l'innamoramento per un'altra stella nell'interminato spazio còsmico? Sarò comico?
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Siamo tutti uguali davanti all'abissale ignoranza che ci governa muovèndoci a pensare e agire.
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Se dopo la morte mi troverò al cospetto di Dio esigerò che mi renda conto dell'Uomo, che volle creare in questo sperso punto dell'universo.
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Il potere non è mai innocente. E' questa una tra le ragioni che m'inclina a dubitare dell'esistenza di un Dio.
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Già, Dio. E oltre?



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